“La piccinina” è l’ultimo romanzo della scrittrice Silvia Montemurro, pubblicato da Edizioni E/O nell’ottobre 2023.
Una storia di formazione che, prendendo spunto da fatti realmente accaduti, racconta la vicenda del primo sciopero femminile di minorenni nella Milano di inizio Novecento. Non una città moderna e industrializzata, come siamo ormai portati a considerarla, ma una Milano povera e popolare, piuttosto “inedita” rispetto alla sua immagine odierna.
Da amante degli autori e delle autrici che riportano alla luce vicende poco conosciute o dimenticate, non potevo non avventurarmi nella lettura di questo romanzo breve, ma in grado di regalare una storia che conquista e offre molti spunti di riflessione. Un libro che mi ha appassionata e che sento di consigliare anche in occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna del prossimo 8 marzo.
Il coraggio di lottare per i propri diritti
Milano, 1902. Nora è una “piscinina”: termine dialettale milanese con cui venivano designate le bambine di età compresa tra i 5 e i 17 anni che svolgevano attività di apprendiste sarte, modiste e corriere di vestiti. Lavori per cui venivano trattate alla stregua di schiave, spesso maltrattate e sottopagate, costrette anche a viaggiare per la città con quello che veniva chiamato il telegramma, una pesante scatola di vestiti che gravava sulle loro povere, piccole schiene.
Nora a quell’epoca è poco più che una bambina e cresce in una famiglia senza amore. La madre pensa solo a farla lavorare e a elogiare i suoi due fratelli maschi, il padre morirà troppo presto durante la rivolta del pane. Nora si è sempre sentita inadeguata, mai con la risposta pronta, sempre un passo indietro alle sue coetanee. Eppure sarà lei, insieme a tante altre piccinine, a lottare per affermare i suoi diritti e a guidare il primo sciopero di ragazze minorenni.
Durante le dieci giornate di sciopero, in una Milano arrabbiata e in fermento, seguiamo anche le vicende personali di Nora, prima bambina e poi adolescente: l’amicizia con la Lisa e l’Angelica, quella con l’Emilio, il pittore da cui si rifugia quando vuole trovare conforto, il primo amore per l’Achille, i tradimenti, i maltrattamenti verbali e la violenza subita.
Le donne al centro della storia
Prendendo spunto dal ritratto “La piscinina” del pittore Emilio Longoni, Silvia Montemurro ha riportato alla luce una vicenda a me completamente sconosciuta, che è anche una commovente storia di amori, amicizie e rivalità.
La storia inizia nel 1902 e si dipana per dieci giorni durante i quali, in un alternarsi tra presente e passato, scopriamo i moti che scuotono la città di Milano ma anche ciò che agita l’animo di Nora, facendo poi un balzo in avanti di trent’anni quando la nostra protagonista è ormai adulta.
Tutto il romanzo è narrato in prima persona, dal punto di vista di Nora, e questo, a mio avviso, è un espediente assolutamente azzeccato perché permette di entrare in completa empatia con lei, di sentire esattamente ciò che prova. Si percepisce tutta l’innocenza della sua giovane età, il suo senso di inadeguatezza ma anche la sua frustrazione e la volontà di riuscire finalmente a spiccare il volo.
Lo stile narrativo della Montemurro, a tratti, mi ha ricordato vagamente quello utilizzato da Elena Ferrante nella serie di romanzi de “L’amica geniale” per il modo di descrivere la città, i sentimenti della protagonista e gli avvenimenti con schiettezza, usando anche qualche frase dialettale. Uno stile fluido, asciutto, senza fronzoli che io, personalmente, apprezzo molto. Unico piccolo neo: mi sentivo talmente coinvolta nella storia, che avrei voluto durasse di più!
Tema centrale del libro, oltre a quello dello sciopero, è la denuncia delle condizioni in cui versavano le sarte bambine, assunte dalle cosiddette maestre con la promessa di imparare il mestiere e poi trattate alla stregua di schiave e, spesso, anche maltrattate e violentate dai mariti delle stesse maestre. Quello della violenza sulle donne è infatti un altro punto cardine del romanzo, tema su cui, purtroppo, c’è ancora molto da dire e da fare. Oggi, come allora, ci si porta addosso un fardello fatto di paura e di vergogna ed è ancora molto difficile trovare il coraggio di parlarne e, soprattutto, di denunciare. Libri come “La piccinina” sono letture necessarie per conoscere ciò che è accaduto in passato e trovare la forza di lottare per i propri diritti, nella speranza di ricostruire una società in cui le donne non debbano più faticare per emergere ed essere ascoltate.
L’autrice
Silvia Montemurro è nata a Chiavenna (Sondrio) nel 1987. Laureata in Filologia, è scrittrice, editor e insegnante di letteratura. È anche una writer coach e tiene corsi di scrittura emotiva: il suo obiettivo è quello di guidare le donne alla riscoperta di se stesse attraverso l’arte, in particolar modo la scrittura.
Collabora con diverse riviste e ha all’attivo numerosi romanzi, alcuni tradotti anche all’estero.
Ha esordito nel 2013 con “L’inferno avrà i tuoi occhi”, segnalato dal comitato di lettura del Premio Calvino. I suoi più grandi successi sono stati: “Cercami nel vento”, edito da Sperling & Kupfer, “La casa delle farfalle”, “I fiori nascosti nei libri”, entrambi pubblicati da Rizzoli e “L’orchestra rubata di Hitler” (Salani editore). “La piccinina” è uscito a ottobre 2023, per Edizioni E/O.