Marco Marsullo - Tutte le volte che mi sono innamorato - Feltrinelli

Questione di ritmo: “Tutte le volte che mi sono innamorato” di Marco Marsullo

Tutte le volte che mi sono innamorato” è il nuovo, simpatico romanzo dell’autore napoletano Marco Marsullo, pubblicato da Feltrinelli nell’aprile del 2022. 

Avevo decisamente bisogno di una lettura divertente, ironica, scorrevole ed è esattamente ciò che ho trovato in questo libro. Una storia che può apparire leggera ma che in realtà cela al suo interno messaggi e argomenti profondi, primo fra tutti il tema dell’amore, visto nelle sue mille sfaccettature. Ma anche l’amicizia, la famiglia, la solitudine… un alternarsi di ilarità e serietà che trascina piacevolmente il lettore fino allo squisito epilogo finale. 

Cinque amici e un matrimonio

Sandro, Gabriele, Lucio, Mariano e Cesare sono migliori amici dai tempi delle scuole elementari. Ne hanno passate tante insieme e ora, alla soglia dei quarant’anni, continuano a essere uniti come il primo giorno, nonostante ognuno di loro abbia intrapreso carriere e vite differenti.

Marco Marsullo - Tutte le volte che mi sono innamorato - Feltrinelli

Gabriele sta insieme a Roberta da tempi immemori, hanno da poco avuto un figlio e la loro è la coppia perfetta. Lucio è sposato con Veronica, hanno due figlie ma lui è il classico marpione con la sindrome di Peter Pan. L’ipocondriaco Mariano è sposato con la bella argentina Amaranta, ma di figli non ne vogliono proprio sentir parlare. E poi c’è Sandro che sta per accasarsi con Emanuela, cugina di Cesare, ed è qui che iniziano i “guai” per quest’ultimo. Cesare infatti è l’unico del gruppo a essere ancora single. Nonostante gli innumerevoli appuntamenti, sembra non riuscire a trovare la persona giusta. 

Ho sempre vissuto l’amore come una rincorsa, una rimonta da una partenza disastrosa. Tutte le mie storie, quando partono, partono velocissime e puntualmente dopo la salita i motori si spengono. E più amo le persone sbagliate, più mi allontano da me stesso, da ciò che mi fa ridere. Mi trasformo nella copia brutta, spenta, di me stesso. Ma l’amore non dovrebbe fare il contrario?

Marco Marsullo – Tutte le volte che mi sono innamorato

Quando sul cartoncino della partecipazione vede campeggiare il suo nome “+ 1”, per Cesare inizia una vera e propria sfida: trovare, in sei mesi, una fidanzata da portare al matrimonio. Riuscirà nella sua impresa o ricadrà sempre negli stessi errori? Forse, dopotutto, l’amore è tutta una questione di ritmo, come spesso gli ripete la sua saggia amica e collega insegnante, Silvia:

Cesare, non ti sei ancora annoiato di chiedere sempre agli altri come comportarti, cosa scegliere, chi essere? Lo sai tu cosa fare. Dipende tutto da te. Mi raccomando, il ritmo, Cesare, fidati del ritmo.

Marco Marsullo – Tutte le volte che mi sono innamorato

Un romanzo ironico e attuale

Marco Marsullo ci regala un romanzo divertente e profondamente attuale, raccontandoci le relazioni da un punto di vista meno comune, quello maschile.

Oltre ai classici cliché da chiacchiere tra amici, evidenzia quelle che sono le frustrazioni e le paure della sua generazione. La paura di sentirsi inadeguati, di sembrare sempre fuori posto, di non essere conformi alla massa. Cesare incarna perfettamente questi timori nella ricerca spasmodica di una ragazza, arrivando quasi al punto di annullare sé stesso. Ma l’amore deve essere una cosa bella, qualcosa che faccia uscire la parte migliore di noi stessi, se così non è, allora meglio lasciar perdere. 

Allo stesso tempo anche i suoi amici convivono con angosce e paure derivanti dalle loro relazioni. C’è Lucio che si sente imbrigliato in un rapporto da cui però forse non riesce a scappare per via del legame con le figlie. Gabriele, la cui apparente perfezione nasconde in realtà screzi e discussioni frequenti con la moglie, e poi Sandro che, a un passo dal matrimonio, inizia ad avere mille dubbi e ripensamenti.

In qualche modo è come se avessero tutti paura di crescere, ma forse è la paura che abbiamo un po’ tutti quando iniziamo ad avvicinarci a una certa soglia di età. I nostri protagonisti hanno sogni, progetti e grandi speranze che però spesso fanno a pugni con i timori, le insicurezze e la paura di fallire, di non essere all’altezza.

Per fortuna ci sono gli amici, quelli veri, sempre pronti ad ascoltarci e a rimetterci in piedi quando rischiamo di cadere. Ed è così anche per Lucio, Sandro, Gabriele, Mariano e Cesare. Il loro è un rapporto solidissimo, fatto anche di qualche discussione e litigio, ma che poi riesce sempre ad andare oltre e a focalizzarsi sulle cose che contano davvero. Sembra quasi che l’uno non possa stare senza l’altro, come una vera e propria famiglia. A volte credono ancora di essere quegli adolescenti scanzonati che bazzicavano le discoteche per rimorchiare qualche bella ragazza, come accade a Madrid durante l’addio al celibato di Sandro, ma poi sanno anche tornare con i piedi per terra ed essere seri e responsabili quando le circostanze lo richiedono. 

Marsullo e Trueba

Leggendo “Tutte le volte che mi sono innamorato” mi è tornato in mente un altro romanzo letto qualche anno fa. Sto parlando di “Quattro amici” (1999), dello scrittore spagnolo David Trueba, anche questo edito in Italia da Feltrinelli. Nel suo libro, Trueba racconta la storia di un gruppo di amici, giovani adulti alle prese con il gentil sesso, il futuro che avanza e il passato che si allontana. Lì, per sfuggire alla routine e ai problemi legati alla quotidianità, i quattro amici protagonisti – Solo, Raúl, Claudio e Blas – decidono di partire per un viaggio che rinforzerà il loro rapporto e proverà a far luce sui loro timori e le loro insicurezze. 

Le analogie tra il romanzo di Marsullo e quello di Trueba sono dunque molte: il legame forte dell’amicizia, la paura di crescere e di non sentirsi al passo con i propri coetanei e con il mondo, la difficoltà nel rapportarsi con le donne aldilà dell’occasionale avventura fugace. Il linguaggio utilizzato però diverge tra i due romanzi, se in quello di Trueba risulta più schietto e spesso piuttosto scurrile, in quello di Marsullo troviamo dei toni più soft e un testo quasi totalmente privo di parolacce; inoltre “Tutte le volte che mi sono innamorato” si conclude con un mood molto differente da quello dell’epilogo di “Quattro amici”.

Lo stile narrativo utilizzato nel romanzo di Marsullo è scorrevole e a tratti delicato, soprattutto quando si parla delle questioni sentimentali. Il personaggio più audace è sicuramente Lucio, che spesso si lascia andare a un linguaggio colorito, mentre gli altri utilizzano un lessico decisamente più dolce e appassionato. Mi hanno colpito in positivo molti dei pensieri di Cesare riguardanti l’amore, sembra davvero parlare a cuore aperto. Si percepisce chiaramente il suo animo tenero, romantico, anche un po’ impacciato e riesce a coinvolgere il lettore in quelli che sono i suoi pensieri e le sue emozioni. Tutto ciò è reso ancora più autentico grazie all’espediente della narrazione in prima persona: che ci sia una qualche analogia tra le vicende di Cesare e quelle dell’autore stesso?

L’autore 

Marco Marsullo è nato a Napoli nel 1985. Attualmente insegna scrittura creativa in una scuola elementare, scrive per il “Corriere del Mezzogiorno” e collabora come editorialista alla “Gazzetta dello Sport”.

Nel 2009 pubblica il suo primo libro “Ho Magalli in testa ma non riesco a dirlo”, una raccolta di racconti dai temi surreali e grotteschi. Nel 2013 pubblica, con Einaudi, il suo romanzo d’esordio, “Atletico Minaccia Football Club”, che riceve nello stesso anno il Premio Hermann Geiger Opera Prima e viene tradotto nei Paesi Bassi

Nel  2014 escono due romanzi, “L’audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle Miserabili Monache” e “Dio si è fermato a Buenos Aires”, scritto insieme a Paolo Piccirillo. L’anno successivo esce in libreria “I miei genitori non hanno figli”, che arriva finalista al Premio Zocca, al Premio letterario città di Rieti e al Premio Badia. 

Nel 2016 viene pubblicato “Il tassista di Maradona”, tradotto in Spagna e in tutto il Sud America, mentre nel 2018 arriva il romanzo “Due come loro” e nel 2019 la casa editrice Einaudi pubblica “L’anno in cui imparai a leggere”.

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