Sarah I. Belmonte - La pittrice di Tokyo - Rizzoli

Viaggio tra Sicilia e Giappone: “La pittrice di Tokyo” di Sarah I. Belmonte

La pittrice di Tokyo” è il romanzo d’esordio dell’autrice siciliana Sarah I. Belmonte, pubblicato da Rizzoli nel gennaio del 2022.

La trama di questo libro mi ha colpito da subito, essendo io un’amante delle storie al femminile e delle atmosfere nipponiche. La Belmonte ci consegna un romanzo delicato e a tratti struggente, in cui le vite di due donne, apparentemente molto lontane tra loro, si intrecciano indissolubilmente.

Due donne unite dall’amore per l’arte

È il 1938 a Palermo e la giovane Jolanda non ci pensa proprio a essere relegata al ruolo di moglie e madre come invece vorrebbe la sua famiglia. Sperando di poterla presto concedere in sposa, il padre le ha permesso di lavorare come fotoreporter in un giornale locale, d’altronde la fotografia è sempre stata una delle sue più grandi passioni.

Sarah I. Belmonte - La pittrice di Tokyo - Rizzoli

Jolanda è una ragazza ribelle e indipendente a cui piace andare in bicicletta, indossare i pantaloni da uomo di suo fratello e scrivere poesie sotto falso nome. Sa quanto sia difficile essere una donna in quell’epoca, ma sogna di poter finalmente, un giorno, essere libera.

Sa che cosa sarebbe successo se in giro si fosse saputo che quelle parole erano di una donna e non di un uomo, come se la libertà e la giustizia avessero un sesso, come se potessero essere partorite solo da loro. Eppure a partorire sono le donne, ma le nostre idee devono restare dietro alle spalle di un Signor Nessuno qualsiasi.

Sarah I. Belmonte – La pittrice di Tokyo

Jolanda è sempre stata convinta di essersi guadagnata l’ingresso al giornale grazie alle sue forze e alle sue capacità, ma un giorno le sue certezze crollano: viene infatti a sapere che una misteriosa benefattrice sta in realtà pagando il suo salario e le ha addirittura regalato un biglietto per il Giappone. Ma chi è questa donna e perché sta facendo tutto questo?

Per scoprirlo, Jolanda dovrà attraversare l’oceano e approdare su un’altra isola, molto lontana dalla sua ma in realtà non così diversa. Sarà forse l’occasione per lasciarsi tutto alle spalle e fuggire dalle pressioni della società e dei suoi genitori.

Sono l’unica che non sa se tornerà indietro e anche l’unica che non aveva aspettative. Sono partita con il solo intento di allontanarmi da casa e adesso a sentir parlare del Giappone ho la curiosità di sapere se davvero è singolare e strano come dicono. Non voglio sprecare la mia vita alla ricerca di qualcosa che non sento mio, né adeguarmi a una che mi è estranea.

Sarah I. Belmonte – La pittrice di Tokyo

In Giappone Jolanda incontrerà un’altra donna forte e coraggiosa come lei. Si tratta di O’Tama Kiyohara, una famosa pittrice che, per amore, ha trascorso più di cinquant’anni a Palermo. Quello con O’Tama sarà un incontro/scontro, ma ascoltando il racconto della sua vita e delle sue imprese, Jolanda riuscirà finalmente a guardare le cose sotto una luce diversa

Un romanzo poetico e struggente

Il romanzo si dipana su due piani temporali: il 1938/1939 e la fine del 1800. Nel presente troviamo Jolanda, il suo viaggio in Giappone e l’incontro con la pittrice, ormai anziana. Il passato appartiene a quest’ultima, è lei infatti che, andando a ritroso nel tempo, racconta alla ragazza, e contemporaneamente a noi lettori, ciò che ha vissuto, il suo grande amore per lo scultore Vincenzo Ragusa e le battaglie che ha dovuto combattere per difendere i propri ideali. 

Sono due donne apparentemente molto distanti, ma accomunate dalla caparbietà, dal coraggio e dall’amore per l’arte. Entrambe lottano contro gli stereotipi e i pregiudizi e sanno esattamente cosa non vogliono. Le loro vite si intrecciano e si mescolano e, nonostante qualche divergenza, ognuna imparerà qualcosa dall’altra.

I capitoli si alternano tra la voce narrante di Jolanda e quella di O’Tama, che raccontano le vicende dal proprio punto di vista, sempre in prima persona

“La pittrice di Tokyo” è un romanzo delicato, a tratti struggente, che riesce benissimo a far immergere il lettore nelle atmosfere tipiche del Giappone e della Sicilia. Mentre si legge il libro, si ha proprio la sensazione di riuscire a percepire il calore del sole di Palermo o il profumo dei ciliegi in fiore di Tokyo. 

Lo stile di scrittura è scorrevole, quasi poetico. A volte però le frasi mi sono sembrate un po’ ridondanti e sovraccariche. Ho avuto l’impressione che in certi passaggi l’autrice abbia abusato di parole e aggettivi, quasi volesse dimostrare di saper scrivere bene, rendendo così la storia, e di conseguenza la lettura, un po’ prolissa.

È comunque un romanzo che mi sento di consigliare se, come me, sei amante della cultura giapponese e delle storie al femminile. Ho amato molto la storia di O’Tama Kiyohara, pittrice realmente esistita, conosciuta anche come Eleonora Ragusa, a cui la Belmonte si è ispirata. Leggendo il libro sono sicura che anche tu rimarrai affascinato dalla sua vita straordinaria e dal suo carattere forte e determinato.

“Rimettiti in piedi ragazza. Nessun dolore è infinito”. Le sue mani sono ferme nonostante l’età, il suo sguardo fiero ma commosso mi trasmette forza. Stringe la presa, questa donna sconosciuta e scostante ha aperto una breccia nel mio cuore e forse anche io nel suo, devono avere entrambi una ferita.

Sarah I. Belmonte – La pittrice di Tokyo

L’autrice

Classe 1978, Sarah I. Belmonte è un’autrice siciliana. Mamma di due gemelli, è una vorace lettrice e dice di non poter fare a meno del mare e dei drama coreani. Ha esordito nella narrativa con “La pittrice di Tokyo”, pubblicato da Rizzoli nel gennaio 2022.

Sarah I. Belmonte - Foto da Instagram

In un’intervista ad Alessia Maselli per Where Magic Happens, l’autrice ha spiegato come è nata l’idea di scrivere un romanzo ispirato alla storia di O’Tama Kiyohara: “Mi sono innamorata della sua storia leggendone un trafiletto e l’ho voluta raccontare insieme a quella di Jolanda (personaggio immaginario), perché è come se queste due donne si fossero materializzate insieme nella mia testa. Ho pensato che l’unico modo per parlare di un personaggio così forte, fosse quello di contrapporlo a un altro personaggio altrettanto forte, Jolanda appunto. Le due storie viaggiano in parallelo, prima in una dimensione tutta palermitana e successivamente in quella giapponese. Ma se quello di O’Tama è un viaggio, quello di Jolanda sarà una vera e propria fuga”.

In uno scatto