Paola Barbato - L'ultimo ospite - Piemme - 2021

La villa del mistero: “L’ultimo ospite” di Paola Barbato

“L’ultimo ospite”, il nuovo thriller di Paola Barbato uscito a giugno 2021 per Piemme, mi ha subito colpito per trama e copertina. Da amante dei gialli e dei thriller psicologici, non potevo di certo lasciarmi sfuggire questo intrigante romanzo ambientato in una misteriosa villa abbandonata. Inoltre, non avendo mai letto nulla di questa autrice, ero curiosissima di conoscere il suo stile narrativo. Di lei ho sempre letto recensioni molto positive e quindi ho deciso che era arrivato il momento di colmare questa lacuna letteraria.

Case abbandonate e oscure presenze

Quando l’anziana Adalgisa Grisenti muore improvvisamente, Olimpia D’Arsa, la grande e antica villa in cui viveva, rimane abbandonata e priva di eredi. In men che non si dica avidi e lontani parenti si fiondano sulla tenuta e incaricano il notaio Flavio e la sua assistente Letizia di porre i sigilli e di fare l’inventario di tutto ciò che vi è all’interno.

Paola Barbato - Lultimo ospite - Piemme - 2021

Flavio e Letizia, insieme all’inseparabile cagnolona Zora, rimangono chiusi per giorni nella villa per catalogare ogni singolo bene. Da qui però, quello che doveva essere un semplice lavoro di inventario si tramuta in un pericoloso e inquietante “gioco” di presenze misteriose. Nelle boiserie si nascondono armadi e cassetti che al loro interno celano strani elementi che nulla hanno a che fare con la vita che conduceva la proprietaria della tenuta. Niente sembra combaciare: un cuscino spostato, la luce che va e viene, una ciocca di capelli biondi, oggetti infantili… Perché una donna senza figli né nipoti avrebbe dovuto conservarli? O ancora, perché avrebbe dovuto nasconderli?

Secondo Flavio è tutto frutto della sua immaginazione, sono solo scherzi della mente, ma Letizia no, lei non ne è convinta. Da grande appassionata di romanzi gialli, inizia a vagare con la fantasia, sostenuta dal suo alter ego Medina che la incita a indagare per scoprire i segreti della villa. I due sono rinchiusi a Olimpia D’Arsa senza possibilità di uscire finché non avranno finito il loro lavoro, quasi prigionieri. E a questo punto la domanda sorge spontanea: e se non fossero da soli?

Una tranquilla storia di paura

“L’ultimo ospite” è un thriller che parte in sordina. La prima parte della storia è tutta incentrata sulla descrizione dell’inventario, di ciò che Flavio e Letizia repertano, degli elementi fuori posto che iniziano a notare. A mio parere un po’ troppo lento come inizio. Certo tutto è congeniale a creare l’effetto suspense, forse però avrei preferito un po’ più di ritmo fin da subito. Sarà che io non amo le lunghe descrizioni, quindi la parte iniziale mi è sembrata leggermente noiosa. Devo dire che ho un po’ faticato ad andare avanti, i primi capitoli non mi avevano particolarmente catturata. Non amo però mollare i libri a metà, è proprio una cosa che non riesco a fare, quindi ho deciso comunque di proseguire, fiduciosa che in seguito la storia avrebbe preso il giusto andamento. E infatti così è stato: la seconda parte del romanzo è sicuramente molto più ritmata, si entra finalmente nel vivo delle cose.

Tutto il lavoro di costruzione iniziale raggiunge un senso e le vicende si fanno intriganti e avvincenti. Gli avvenimenti vengono sempre vissuti da più punti di vista: c’è lo sguardo appassionato e avido di conoscenza di Letizia/Medina, quello scettico di Flavio e anche quello sornione e un po’ spaventato di Zora, la quale si rifiuta di entrare nella villa.

Le vicende sono narrate in terza persona e a ogni passaggio la storia si fa più claustrofobica. Il ritmo diventa serrato, nasce nel lettore la sete e il desiderio di conoscenza. Ci si riesce quasi a immedesimare nei due protagonisti, si avverte il senso di prigionia e di alienazione che li caratterizza. La villa diventa una sorta di prigione, i cellulari non prendono il segnale (un classico), i due sono in balia di una casa misteriosa e di oscure presenze: un fantasma o forse un assassino? Bisognerà arrivare quasi alla fine della storia per scoprire di chi o di cosa si tratta. Ho trovato il colpo di scena finale molto azzeccato, originale e ben congegnato.

Narrazione e rivelazioni

Paola Barbato è molto brava a svelare le cose pian piano, creando quindi una continua curiosità nel lettore. I personaggi sono inoltre ben costruiti, in particolare ho apprezzato il personaggio di Letizia che mi ha ricordato la curiosità e l’intraprendenza dei protagonisti dei romanzi di Agatha Christie. Letizia è una che non si arrende, che è disposta a tutto pur di conoscere la verità, anche ad andare contro Flavio, se necessario. I due infatti, dapprima caratterizzati da un rapporto quasi simbiotico, hanno successivamente momenti di scontro e distacco proprio a causa di ciò che succede all’interno della villa. Mi è piaciuto anche molto lo spunto originale dell’antagonista, che viene rivelato man mano e che poi ha un ruolo cruciale nella seconda parte della vicenda. Ho trovato inoltre insolito il capitolo in cui la storia è narrata dal punto di vista del cane Zora anche se, forse, non così fondamentale. A mio parere non aggiunge nulla in più alla storia, non ci svela niente di così particolare; anzi, ho trovato quella parte anche un po’ difficile da comprendere, in alcuni punti.

Nel complesso è un thriller che mi sento di consigliare perché sicuramente lo stile narrativo e la costruzione della storia sono interessanti e originali. Come scrivevo in precedenza, la seconda parte del romanzo merita e crea quel senso di suspense e di curiosità che io amo molto. Così come amo i colpi di scena spiazzanti e folgoranti, quelli che ribaltano completamente le tue previsioni e l’idea che ti eri creato.

Forse mi aspettavo un guizzo in più, forse ero partita con delle aspettative troppo alte. Quello che so per certo però è che non mi fermerò qui: leggerò sicuramente qualche altro suo thriller, perché mi piace mettere a confronto diversi lavori dello stesso autore e valutarne analogie e differenze.

L’autrice

Classe 1971, Paola Barbato è una famosa scrittrice e fumettista, nota al grande pubblico per molti albi della serie di Dylan Dog.

Ha sempre scritto e disegnato molto, fin dalla più tenera età, come ha dichiarato lei stessa: “La comunicazione scritta per me è sempre stata fondamentale, il mio primo diario serio risale al 1982, ma fino al 1996 non ho mai pensato che tutte quelle pagine scritte, tra fumetti, testi teatrali, autobiografie, diari, lettere, un romanzo completo e innumerevoli racconti, potessero diventare un lavoro. La vigilia di Natale del 1996 una signora che aveva letto i miei scritti mi prese di petto e mi intimò di presentarli a varie case editrici. Nel gennaio 1997 girai tutta Milano con 21 dattiloscritti dentro due zaini. Ne consegnai 20, la Rizzoli era troppo lontana da raggiungere. Piuttosto che portarmi a casa il ventunesimo plico decisi di passare dalla Sergio Bonelli Editore e lasciarlo in portineria per la redazione di Dylan Dog, di cui ero lettrice. Qualche mese dopo, mi chiamò l’allora editor di Dylan Dog, Mauro Marcheselli, ora capo redattore centrale, per propormi di scrivere alcune pagine di sceneggiatura. Scrissi una sceneggiatura intera e dopo varie correzioni Mauro decise di approvarmi un soggetto che si trasformò nell’albetto di Groucho “Il cavaliere di sventura” allegato allo Speciale “La preda umana”. Era il 1998 e debuttavo come sceneggiatrice. Il battesimo del fuoco avvenne l’anno dopo, nel 1999 con l’albo numero 157, “Il sonno della ragione” e da allora faccio parte in maniera stabile dello staff dell’Indagatore dell’Incubo”.

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Rimanendo in tema fumetti, sempre per la Bonelli, nel 2016 ha debuttato “Ut”, una miniserie ambientata in un futuro apocalittico, nata proprio dalla fantasia della Barbato insieme a Corrado Roi. Negli anni, l’autrice ha poi firmato numerosi thriller tra cui: “Bilico”, “Mani nude” (vincitore del premio Scerbanenco), “Il filo rosso”, “Non ti faccio niente” e “Io so chi sei”, il primo titolo di una trilogia proseguita con “Zoo” e “Vengo a prenderti”. “L’ultimo ospite” è, a oggi, il suo ultimo thriller ed è una storia indipendente, non legata quindi ad alcuna saga.

Negli ultimi tempi Paola Barbato si è dedicata anche alla letteratura per l’infanzia, pubblicando alcuni libri per bambini e ragazzi: “Di chi ha paura il lupo cattivo?”, “Il ritornante”, “Il diario del giorno dopo”, “Il rifugio segreto” e il nuovo fumetto “Bacteria”, creato insieme al marito e scrittore Matteo Bussola. Dal 4 novembre 2021 è in commercio inoltre un suo nuovo libro dal titolo “Vista da qui – piccole tragedie quotidiane” in cui la Barbato ci regala una serie di istantanee della sua quotidianità, corredate da alcuni disegni inediti.

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