“Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno” è il primo romanzo dell’australiano Benjamin Stevenson che viene tradotto in italiano. Pubblicato a ottobre 2022 dalla casa editrice Feltrinelli, è diventato un vero e proprio caso editoriale, e con buona ragione, aggiungerei io.
La prima cosa che mi ha incuriosita di questo libro è stata sicuramente la copertina e in secondo luogo il titolo, ho dunque deciso che avrei dovuto leggerlo il prima possibile! Se sei amante dei gialli, questo è il romanzo che fa decisamente per te. Se al contrario li detesti, dagli una chance, potresti cambiare idea.
L’hotel degli orrori
La famiglia Cunningham non è una famiglia come tutte altre. Hanno una sola cosa in comune: tutti hanno ucciso qualcuno. Ernie odia le rimpatriate ma quando zia Katherine decide di organizzarne una in un isolato resort australiano ad alta quota, per festeggiare l’uscita di prigione del nipote Michael, non può di certo rifiutare.
Ma i Cunningham non sono tipi da starsene tranquilli in pantofole seduti davanti al caminetto e infatti, il giorno dell’arrivo di Michael, viene ritrovato il cadavere di un uomo: ha le vie respiratorie ostruite dalla cenere, ma non sembra morto a causa di un incendio perché non presenta ustioni sul corpo.
Quando un’improvvisa bufera di neve si abbatte sullo Sky Lodge, isolandolo, la famiglia si ritroverà “prigioniera” e verranno così a galla segreti fino a quel momento taciuti. Mentre i delitti si susseguono e la polizia brancola nel buio, spetterà proprio a Ernie far luce sugli omicidi e capire se il colpevole sia uno dei membri della sua famiglia, prima che vengano uccisi tutti.
Un mystery avvincente e originale
Quello di Stevenson è sicuramente un giallo poco convenzionale. Strizza l’occhio ai grandi capolavori di Agatha Christie e Conan Doyle, aggiungendo però un pizzico di humour alla “Cena con delitto”, in un intreccio sorprendente che tiene incollati fino all’ultima pagina.
La grande particolarità di questo romanzo è la tecnica narrativa: qui è proprio Ernie Cunningham, autore di manuali su come si scrivono libri gialli, che narra le vicende in prima persona. Egli quindi assume la funzione di narratore e detective. Il prologo è completamente rivolto al lettore, Ernie ci svela come verrà raccontato il libro facendo anche qualche piccolo spoiler qua e là, anticipazioni che comunque alimentano ancora di più la curiosità. Oltre a narrare qualcosa di sé e della storia, ci dice che farà riferimento al “Decalogo del giallo perfetto” scritto da Ronald Knox nel 1929, che infatti viene riportato proprio nella prima pagina del libro. Anche lui seguirà le 10 regole e sarà quindi un narratore affidabile e fedele.
Nel corso della prima parte della vicenda, questo rapporto narratore/lettore è piuttosto forte, per poi scemare un po’ nella seconda e poi nell’ultima parte del libro.
Personalmente questo tipo di espediente mi è piaciuto, anche se a tratti; a volte ho trovato “comodo” il fatto che Ernie facesse dei piccoli riassunti per rimettere insieme tutti i pezzi del puzzle, altre volte l’ho trovato invece un po’ invasivo, forse perché non ero affatto abituata a questo tipo di narrazione.
Come dicevo in precedenza, non manca poi un po’ di umorismo a rinfrescare la drammaticità degli eventi. In un certo senso Stevenson ama giocare con il genere giallo, quasi sembra che si diverta a scardinare e prendere in giro le sue dinamiche e convenzioni.
Per quanto riguarda le piccole anticipazioni invece, non le ho trovate troppo fastidiose perché comunque, in me, hanno solo alimentato la curiosità di procedere nella lettura. A mio parere dunque “Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno” è un bell’intreccio di mystery, commedia e saga familiare, ma può essere un libro divisivo, consiglio assolutamente di provarlo prima di trarre conclusioni affrettate.
Ernie, la moglie, il fratello, la cognata, la mamma, il patrigno, la sorellastra e gli zii sono tutti personaggi molto ben caratterizzati, poi certo non è facile empatizzare con una banda di assassini! La trama è ben congegnata e a tratti l’ho trovata parecchio intricata, devo ammettere che i riassunti di Ernie mi sono tornati molto utili altrimenti, in certi punti, avrei rischiato quasi di perdermi. Richiede sicuramente una lettura molto vigile e occorre stare attenti a ogni singolo dettaglio, perché niente viene detto o scritto per puro caso.
Confesso inoltre che non avevo assolutamente capito chi fosse l’assassino, quindi sono rimasta col fiato sospeso fino alla fine! L’autore è stato davvero bravo a non lasciar trapelare troppo, nonostante gli indizi disseminati qua e là. I miei gialli preferiti sono proprio questi: quelli che ti trascinano, ti coinvolgono nella storia e ti tengono incollati alle pagine per poi spiazzarti con l’epilogo finale.
L’autore
Benjamin Stevenson è un pluripremiato stand-up comedian e scrittore. Insieme al fratello gemello forma l’amatissimo duo comico “The Stevenson Experience”, considerato uno dei più divertenti in Australia. Benjamin ha fatto il tutto esaurito all’International Comedy Festival di Melbourne e al Fringe Festival di Edimburgo ed è apparso più volte su Abc, Channel 10 e The Comedy Channel.
Accanto alla carriera di comico, Benjamin ha deciso di portare avanti anche quella di scrittore: ha all’attivo tre romanzi e lavora come agente letterario in Australia.
Il suo primo romanzo, “Greenlight”, è arrivato finalista al Ned Kelly Award come miglior debutto nella categoria del crime fiction. Con il suo secondo libro, “Either side of Midnight”, è invece arrivato in finale all’International Thriller Writers Award come “Best Original Paperback”.
In corso di traduzione in oltre venti paesi, “Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno” – titolo originale “Everyone in my family has killed someone” – ha raggiunto il primo posto delle classifiche bestseller australiane e presto diventerà una serie tv per HBO.
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