“La ragazza di neve”, uscito in Italia nel marzo 2022 grazie alla casa editrice Salani, ha subito riscosso moltissimo successo di pubblico e di critica: il suo autore, Javier Castillo, è stato addirittura definito “lo Stephen King spagnolo” e “il nuovo fenomeno della letteratura europea”.
Incuriosita da tutto questo clamore, ho deciso quindi anche io di tuffarmi nella lettura di questo intrigante thriller, che, effettivamente, dalla trama sembrava promettere molto bene. Ciò che ho trovato è un romanzo dallo spunto non particolarmente originale, ma che tiene comunque incollati alle sue pagine e soprattutto che ribalta quelle che sono le regole del genere. Questo è sicuramente l’aspetto che più mi ha incuriosito e spiazzato mentre ero immersa nella lettura.
Chi ha rapito Kiera Templeton?
New York, 1998. Durante la parata del Ringraziamento, la piccola Kiera di appena tre anni scompare improvvisamente nel nulla. Disperati, papà Aaron e mamma Grace iniziano subito le ricerche, ma alcune ore dopo le uniche cose che trovano sono i suoi vestiti e delle ciocche di capelli.
Miren Triggs è una giovane studentessa di giornalismo che da subito si appassiona al caso di Kiera. Anche lei è una ragazza “spezzata”, vittima di un grave incidente che ha segnato la sua vita in modo molto doloroso.
Cinque anni dopo, nel 2003, nel giorno del compleanno di Kiera, Grace trova nella cassetta della posta una videocassetta registrata: nel video, una bambina identica a sua figlia è intenta a giocare con una casa delle bambole. Pochi secondi di filmato e poi lo schermo torna a sgranarsi in un pulviscolo di puntini neri e bianchi, simili a neve. Una neve di incertezza e dolore, ma anche di speranza.
Chi è l’autore di quella videocassetta? Chi ha rapito la povera piccola e perché la sta tenendo in ostaggio senza neanche chiedere un riscatto?
Sarà proprio la giovane e caparbia Miren a svolgere un’indagine parallela a quella della polizia, un’indagine che si rivelerà profonda, piena di insidie e false piste, e che si intreccerà inevitabilmente con la sua storia personale, fino al sorprendente epilogo finale.
Un thriller non convenzionale
La sparizione del proprio figlio è sicuramente l’incubo più grande per ogni genitore. Ogni giorno purtroppo centinaia di bambini scompaiono nel nulla e se ne perdono per sempre le tracce. Molti sono stati gli autori a prendere spunto da queste tragiche vicende per scriverne dei libri e “La ragazza di neve” non fa eccezione, ecco perché inizialmente dicevo che lo spunto di questa storia non è particolarmente originale.
Ciò che è insolito in questo romanzo, però, è il modo in cui viene narrata la storia. Nei thriller di tipo tradizionale, solitamente abbiamo un episodio tragico e doloroso, poi viene svolta l’indagine e solo alla fine si scopre il colpevole. Ecco, dimenticati tutte queste “regole” perché in questo romanzo il modus operandi è quasi l’opposto. Io ne sono rimasta colpita, però allo stesso tempo anche un po’ delusa: ho capito di essere più affezionata al metodo di narrazione tradizionale.
Detto questo, è un thriller che sicuramente tiene con il fiato sospeso fino alla fine, che ti invoglia sempre più ad andare avanti nella lettura. Il ritmo è piuttosto serrato e lo stile di scrittura scorrevole e senza fronzoli, con una narrazione che si alterna tra prima e terza persona, a seconda dei capitoli.
A livello narrativo, l’unica cosa che all’inizio mi ha messo un po’ in difficoltà sono stati i continui salti temporali. Tutto il romanzo è un susseguirsi di presente e passato (tra il 1998 e il 2003) ma in mezzo ci sono altre linee temporali che rendono la narrazione un po’ complicata. Si tratta comunque solo di prendere il giusto ritmo, dopodiché la storia si segue bene e scorre via veloce. L’autore è stato molto bravo a inserire, all’inizio di ogni nuovo capitolo, un aggancio con i capitoli precedenti proprio per evitare di fare troppa confusione tra gli eventi.
Un aspetto che ho molto gradito è stato l’espediente del VHS. Essendo cresciuta negli anni ‘90, ho tantissimi bei ricordi legati alle videocassette: ricordo quando occorreva aspettare un sacco di tempo prima di poter avere un film d’animazione che si era visto al cinema, o quanto era bello poter registrare i propri film e programmi preferiti direttamente dalla tv!
Il lato oscuro dell’America
Come ho detto, “La ragazza di neve” – “La Chica de Nieve” in originale – è un thriller non convenzionale perché, oltre a stravolgere le regole del genere, narra anche quelli che sono gli aspetti più oscuri degli Stati Uniti d’America. La storia si svolge interamente tra New York, Brooklyn e il New Jersey, mettendone in evidenza le luci ma più spesso le ombre.
Quello che emerge è sicuramente il carattere festoso e legato alle tradizioni, durante il racconto della parata del giorno del Ringraziamento, ma il romanzo vuole essere soprattutto una critica alla società contemporanea americana. Nella narrazione vengono affrontati temi forti e molto attuali quali il rapimento, l’abuso e la pedopornografia che vengono mescolati con il fulcro della storia, che è indubbiamente l’indagine su Kiera, ma che comunque hanno un certo peso e un certo impatto sia sui protagonisti che sul lettore.
Un altro aspetto che Castillo fa emergere è la sfiducia che Aaron e Grace nutrono nei confronti della polizia e la perdita precoce di interesse di quest’ultima nell’indagine sulla scomparsa della piccola. L’unica che dimostra davvero di tenere a Kiera è la giornalista Miren: se non fosse stato per lei, molto probabilmente il caso sarebbe stato presto archiviato.
L’autore
Javier Castillo, giovane autore spagnolo, è cresciuto a Malaga. Dopo aver studiato Economia aziendale, ha conseguito un master in Management presso la ESCP Europe Business School. Attualmente lavora come consulente finanziario.
I suoi cinque romanzi hanno ottenuto un enorme successo editoriale, sono in corso di traduzione in più di 60 paesi e hanno venduto più di un milione di copie. Attualmente in Italia ne sono stati tradotti soltanto due: “I giorni della follia”, pubblicato nel 2018 dalla casa editrice HarperCollins e “La ragazza di neve”, uscito nel 2022 grazie a Salani. Da quest’ultimo verrà presto tratta anche una serie tv che sarà disponibile su Netflix.
Nel 2020 è stato nominato agli HOY Magazine 2020 Awards, un premio organizzato dalla rivista HOY. L’autore è stato nominato nella categoria “Miglior scrittore dell’anno” con il suo libro “La ragazza di neve”. Nel 2021 ha vinto l’HOY Magazine Award per la categoria “Miglior scrittura dell’anno”, ed è diventato uno degli scrittori spagnoli più internazionali.
All’ANSA, Castillo ha rivelato qualche curiosità e retroscena riguardo “La ragazza di neve”: “Tutto nasce dalla paura, come padre prima che come scrittore. Mi sono chiesto: ‘se mi trovassi in una situazione come questa che cosa farei? E come reagirei se dopo cinque anni ricevessi una videocassetta e la mia vita fosse distrutta da questo evento?’. Ho voluto giocare, cambiare le regole. Il colpevole in questo romanzo si scopre a metà della storia però al lettore resta il desiderio di sapere che cosa succede. Volevo che ne ‘La ragazza di neve’ accadesse qualcosa in ogni capitolo e che ci fosse un elemento di gioco, che il lettore si trovasse a comporre un puzzle. Perché New York? Ho voluto utilizzare un luogo che per tutti fosse facilmente riconoscibile. Uno spazio come quello della parata del Giorno del Ringraziamento, un momento di estrema gioia e divertimento che diventa il teatro di una tragedia che monta nel corso di tutto il romanzo. Non ho cambiato registro, ho sempre scritto thriller, ma questo è un romanzo più emotivo, più universale. La videocassetta è un elemento perfetto in un thriller anche perché oggi con il digitale è molto più facile ritrovare tutto, mentre con quel tipo di tecnologia era difficile. Ho già scritto il secondo romanzo, ‘Il gioco dell’anima’ che comincia precisamente quando finisce ‘La ragazza di neve’. E’ probabile che ne arriverà anche un terzo, però devo aspettare per capire dove voglio portare Miren, il personaggio principale”.
In un tweet