Viola Ardone - Oliva Denaro - Einaudi

Il coraggio di dire no: “Oliva Denaro” di Viola Ardone

Da quando ho letto “Il treno dei bambini” ho atteso con ansia un nuovo romanzo di Viola Ardone, e finalmente sono stata accontentata! A ottobre 2021 è infatti uscito, sempre grazie a Einaudi, “Oliva Denaro”, una storia di formazione indimenticabile che mi ha letteralmente fatta innamorare. 

Così come per il suo precedente libro, ho provato emozioni contrastanti: ho sorriso, mi sono commossa e anche arrabbiata. Lo stile narrativo di Viola è davvero incredibile: con delicatezza, semplicità e a volte anche crudeltà, riesce a farti immergere completamente nelle vicende e a entrare in empatia con i personaggi delle sue storie.

Essere donna nel Sud Italia degli anni ‘60

La femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia”. Oliva Denaro è cresciuta con questa frase in testa, una frase che la madre non smette mai di ripeterle. Avere 15 anni, essere donna e abitare in un piccolo paese del Sud Italia non è cosa facile.

Viola Ardone - Oliva Denaro - Einaudi

Oliva vive a Martorana, paesello siciliano, insieme a mamma Amalia, papà Salvo, alla sorella Fortunata e al gemello Cosimino. Lei di crescere non ne vuole proprio sapere e invidia tanto suo fratello in quanto maschio: a lui sì che sono concesse tutte le libertà, non deve certo preoccuparsi di come si veste o di come si comporta! 

Il passaggio all’età adulta è scandito dal “marchese”, il ciclo mestruale, e quando arriva, la giovane sa che per lei le cose cambieranno per sempre e dovrà iniziare a difendersi dai maschi.

Le regole del marchese sono: cammina a occhi bassi, riga dritto e statti in casa.

Viola Ardone – Oliva Denaro

Oliva è nel pieno della sua adolescenza, si sente e si vede brutta e la madre non la incoraggia a pensare il contrario. Il loro rapporto infatti è spesso conflittuale: Amalia si arrabbia, impreca in dialetto e sembra quasi non capire i comportamenti e la voglia di libertà della figlia, proprio lei che per prima aveva fatto la cosiddetta “fuitina” per poter sposare il marito.

La figlia bruttina di Amalia e Salvo Denaro, diceva la gente, secca e spigolosa, gli occhi come due olive, la bocca sottile sulla faccia larga e scura, i capelli neri come una cornacchia. Sempre sola e scarmigliata se ne va in giro.

Viola Ardone – Oliva Denaro

La libertà di scegliere

La vita di paese sembra scorrere abbastanza tranquilla fino a quando Oliva inizia ad accorgersi degli sguardi e delle attenzioni di Pino Paternò, il bello di Martorana, figlio di un uomo di potere conosciuto in tutta la Sicilia. La giovane quasi se ne vergogna: ormai è adulta, è vero, ma ha ancora un animo e un cuore di bambina, fa fatica ad abbandonare il suo lato infantile. Ed è una sera che purtroppo accade un evento terribile che inciderà profondamente nella vita della ragazza. Da quel momento in poi Oliva non sarà più la stessa, ma con coraggio lotterà per ottenere la libertà che ha sempre cercato, opponendosi con tutte le forze contro un sistema bigotto e oppressivo.

Essere donna nel Sud Italia degli anni 60 era ancora molto difficile. Si dovevano rispettare regole severe e sottomettersi alla volontà degli uomini accettando l’imposizione di matrimoni combinati. A questo si oppone Oliva: a una società che voleva che le donne fossero solo madri e mogli, e nient’altro. Dalla violenza subita trae la forza per portare avanti la sua causa e avere finalmente giustizia, grazie all’aiuto del padre e di due amiche speciali. Sarà anche una brocca rotta ormai, ma non si arrende e con coraggio e determinazione porta in tribunale l’uomo che ha abusato di lei, rifiutando quindi le nozze a cui sarebbe stata costretta. 

Il rapporto padre-figlia

In questa circostanza così dura e complicata, la persona su cui Oliva sa di poter fare sempre affidamento è sicuramente suo papà, un uomo taciturno ma dalla mentalità aperta, che ha sempre lasciato la figlia libera di scegliere ciò che ritenesse più giusto. Hanno sempre avuto un rapporto speciale, Oliva e Salvo: era con lei che dipingeva il recinto per le galline e sempre con lei andava a caccia di lumache, i “babbaluci” come le chiamavano. Per capirsi non servivano parole, bastava uno sguardo e tutto era chiaro. Il loro legame è davvero unico e la figura del padre estremamente toccante e delicata. L’autrice lo descrive in maniera talmente dolce che è impossibile non commuoversi

La prima parte del romanzo si svolge negli anni ‘60 ed è sempre Oliva in prima persona a raccontare come si svolgono le vicende. Nella seconda parte invece, ambientata nel 1981, i capitoli sono un alternarsi di voci tra quella di Oliva e quella di suo padre. Entrambi ripercorrono a ritroso gli eventi che hanno coinvolto e sconvolto le loro vite ma anche quello che è il loro presente, tante sono le cose cambiate negli ultimi vent’anni. Due punti di vista diversi che però a ogni capitolo si ricongiungono, in un racconto che diventa quasi epistolare.

Con questo espediente che ho trovato molto bello e interessante, l’autrice sottolinea ancora di più il legame tenero e speciale che c’è tra i due. Ho anche pensato che forse il nome Salvatore non sia poi del tutto casuale: colui che aiuta sua figlia a “salvarsi” da una condizione che non desidera.

Il padre è orgoglioso di Oliva così come degli altri suoi due figli, nel corso degli anni anche loro in qualche modo sono riusciti a riscattarsi da una vita che non sognavano, pur sacrificando un pezzetto di loro stessi. Ho trovato dolcissime le frasi che Salvo utilizza per descrivere ciò che prova per loro: 

“Lo sai che cosa sono i figli? Sono come quei semi portati dal vento che vengono a germogliare nella tua terra, devi lasciarli crescere per capire che frutto daranno, mica lo puoi stabilire tu dal principio. Pensavo di avere tre piantine deboli e ho scoperto nel mio campo tre alberi fruttuosi e resistenti”.

Viola Ardone – Oliva Denaro

Oliva Denaro e il treno dei bambini

Oliva Denaro e il suo precedente romanzo prendono entrambi spunto da fatti realmente accaduti. Se ne “Il treno dei bambini” Viola raccontava l’istituzione dei treni che, nel secondo dopoguerra, portavano in salvo milioni di bambini dal Sud al Nord Italia per garantire loro condizioni di vita migliori, in questo suo ultimo libro l’autrice si ispira alla storia di Franca Viola, diciassettenne siciliana che, negli anni 60, fu la prima donna in Italia a rifiutare un matrimonio riparatore dopo aver subito violenza dal fidanzato, imparentato con un noto mafioso locale. Fu proprio lei che contribuì in maniera decisiva all’abrogazione nel 1981 dell’articolo del codice penale italiano che prevedeva che, a patto che la vittima sposasse il suo aggressore, il reato di violenza carnale si estinguesse. 

Napoli prima e la Sicilia dopo, Viola ci descrive sempre realtà complicate e delicate, e lo fa con un realismo tale da sembrare di vivere davvero quelle storie che lei stessa ci racconta. In entrambi i romanzi troviamo spesso espressioni dialettali che fanno sorridere e commuovere e rendono vere e genuine le vite dei protagonisti. Leggere i libri di Viola è una coccola ma anche un pugno nello stomaco, le situazioni che descrive sono crude, a volte, ma è proprio questo il bello, a mio parere, dei suoi romanzi: è capace di far passare il lettore dal sorriso alle lacrime nel giro di pochissime pagine. 

Piccola curiosità di cui non svelerò maggiori dettagli per evitare spoiler: all’interno di questo suo ultimo romanzo ritroverai uno dei personaggi che avevamo già incontrato ne “Il treno dei bambini”.

La storia di Oliva Denaro non parla solo di lei ma di tutte le donne ancora costrette a subire abusi, sia fisici che psicologici, da parte degli uomini di casa. Ci riporta anche alla condizione controversa a cui la donna è sottoposta in caso di violenza: spesso ancora oggi non viene trattata da vittima ma da colpevole, e persino da complice, per aver in qualche modo innescato l’aggressione. Come se non fosse mai libera dal “peso” di essere donna. Oliva è fragile ma allo stesso tempo fortissima e coraggiosa, una donna in cui tutte noi possiamo riconoscerci. 

L’autrice 

Nata a Napoli nel 1974, Viola Ardone è una scrittrice ormai di successo, ma anche un’insegnante di latino e italiano al liceo. In questo suo ultimo romanzo, come lei stessa ha affermato, c’è molto della sua vita e del suo vissuto: non è un caso infatti che il titolo Oliva Denaro sia proprio l’anagramma del suo nome. 

Oliva Denaro è l’anagramma del mio nome e cognome, l’ho scelto perché era adatto alla protagonista di questa storia e perché sono convinta che la storia di una donna appartenga in qualche modo a tutte”, ha spiegato Viola Ardone in una recente intervista. “Ognuna, in un modo o nell’altro, si è trovata nella vita a sperimentare episodi di violenza, verbale, psicologica, fisica… A Oliva ho regalato i pensieri, le paure, la meraviglia e i turbamenti della mia adolescenza. In lei c’è un po’ del mio carattere, del mio modo di reagire ai soprusi e alle ingiustizie. C’è il mio senso di giustizia ma anche tutta la mia ingenuità”.

Viola Ardone - Foto di Basso Cannarsa

Il suo è un romanzo di formazione intimo e di straordinaria bellezza. L’autrice ha raccontato che, durante la stesura del testo, spesso si ritrovava a dialogare con la protagonista, condividendo pensieri, dubbi, speranze ed esperienze vissute, rispecchiandosi così l’una nell’altra.

Oliva diventerà poi maestra, così come Viola è un’insegnante. Salvo era un padre amorevole e permissivo, così come il papà dell’autrice non le ha mai vietato nulla e l’ha sempre lasciata libera di decidere.

Mi sono ispirata un po’ a mio padre, perché non mi ha mai imposto né vietato nulla, non mi ha mai giudicata, ma accettata e amata così come sono. Salvo Denaro però è diverso nel carattere: è mite fino a risultare snervante, è silenzioso fino a sembrare apatico. Agli occhi del paese e forse anche della moglie è un perdente, ma nel corso della storia mostrerà una psicologia molto più complicata e qualche risvolto nascosto. È l’uomo dei dubbi, uno che coltiva il dubbio come forma di conoscenza”.

Con “Oliva Denaro” Viola Ardone ha da poco vinto il premio letterario “Io Donna – Eroine di oggi”: arrivato alla sua terza edizione, si tratta di un premio dedicato alle autrici italiane e alle loro storie femminili, la cui giuria è composta da libraie indipendenti. 

A ottobre 2021 con “Il treno dei bambini” l’autrice ha vinto anche il Premio Wondy 2021, dedicato a Francesca del Rosso, giornalista e scrittrice morta di cancro nel 2016. Il “Premio di letteratura resiliente” è nato nel 2018 proprio in sua memoria: organizzato dall’associazione “Wondy sono io”, ogni anno viene assegnato a quei libri che esprimono con particolare forza il concetto di resilienza. 

“Il treno dei bambini”, pubblicato da Einaudi nel 2019, è diventato un vero e proprio caso editoriale sia in Italia che all’estero, tant’è che è in corso di traduzione in 34 lingue ed entro i prossimi anni diventerà anche un film.

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